Sono sarda, ma clarense da 35 anni. Sono arrivata a 21 anni, con un diploma di infermiera generica, ma non ho mai lavorato come infermiera perché il diploma è rimasto là, a Cagliari. Prima o poi lo ritirerò…. Accantonata l’idea del lavoro, mi sono dedicata completamente alla famiglia, ai figli, ne ho quattro un maschio e tre femmine.
A Chiari sto bene
All’inizio non capivo il dialetto, soprattutto quando parlavano gli anziani, però mi sforzavo di capire. Vedevo persone strane ai miei occhi. Ciambi, Ginocchio, Colombo, Carmelina con il suo carrettino. Mi diceva: ho patito un gran freddo e una gran fame. Mi davano molta tristezza, ma nessuno mi ha mai dato fastidio. Li salutavo. E un giorno un signore mi ha detto: lei ha due occhi come due stelle. Me lo disse in spagnolo, lui, un ex capitano di marina. Mi raccontò di aver avuto una delusione d’amore e da allora la sua vita cambiò completamente. Non ho più visto il “capitano”, così lo chiamavano .
Ho la passione per la poesia
Le scrivo di getto, le lascio accantonate, le rivedo e poi le pubblico sul sito www.scrivere.it. Ci sono tante possibilità per chi volesse farsi conoscere. Per pubblicare un libro ci vogliono 100 poesie, io ne ho 50 pubblicate sul sito. “Dolce passione” è la poesia più letta. Una è stata accettata dalla redazione con 4 pareri positivi su 4. Si sono complimentati in tanti, nel giro di pochissime ore. A me non convinceva, sembrava troppo semplice. Però rileggendola mi emoziona ancora. Sarà perché parlo di un’adolescente, mia figlia Giorgia: “Osservo ancora l’ingenua tua/ meraviglia … il mondo/ quando sarai grande non/ vedrai più con lo stesso sguardo/ ma lo troverai nei tuoi ricordi”.
Un’adolescente curiosa……
Leggevo tutto quello che mi capitava tra le mani, Grand Hotel, Intimità, Confidenze, giornali che comprava mia madre, perfino i fotoromanzi Lancio, i libri di Selezione. Ero iscritta all’Euroclub e lo sono stata per tanti anni anche dopo sposata. Ero curiosa. Quando non comprendevo le parole prendevo il dizionario e cercavo il significato. Ma a scuola non ero una cima, anzi il contrario. Per la mia timidezza i risultati non erano fra i migliori. Ero brava in Osservazioni scientifiche, mi piaceva tanto fare le ricerche.
……e fragile
Sono sempre stata molto timida, forse dovuto alla mia disabilità, sono poliomielitica dall’età di due anni. A scuola, anche solo andare alla cattedra era un problema, perché voleva dire farmi vedere. Ho reagito, un giorno. C’era un maestrale fortissimo, l’ombrello mi volava. Ho fermato quella bambina che mi chiamava zoppi zoppi. L’ho buttata a terra. La maestra ha visto. Ha punito lei. La mia condizione mi ha reso molto fragile, insicura, non uscivo e per questo non conoscevo il mondo, non avevo un confronto.

Mi piace giocare con le parole
Scrivo perché è piacevole scrivere, riversare emozioni sulla carta. Sono spesso ispirata da situazioni particolari. C’è qualcosa che ti stimola, un film, un libro. Un mio amico mi dice: tieniti un taccuino in mano e una penna, in qualsiasi momento. Ma io sono pigra e non sono mai riuscita a tenerlo. Navigo con la fantasia. Leggo Neruda perché è passionale, è la mia musa. Un’amica virtuale -le avevo fatto complimenti per le sue poesie in fb- mi ha consigliato di iscrivermi al sito, e ho cominciato a pubblicare. Mi piace giocare con le parole e con il mio nome. In fb mi chiamo Susy RicciosaOcchiverdi. Ricciosa come il mio carattere. Sono un po’ come un riccio. Ha gli aculei, li usa per difendersi. Però quando non ne hai bisogno sei la persona più tenera del mondo. Hai bisogno dell’ amicizia, degli affetti. E poi, Occhiverdi come il colore del bosco.
Ho nostalgia del mare…..
Vengo da Bacu Abis, una frazione di Carbonia, in provincia di Carbonia Iglesias. E’ un paesello, è il mio paese. A dieci minuti di macchina, il mare, con la località Plage de mesu, tutta una lunga spiaggia. Quando torno là sento la mia terra : “Sospiri di genti lontane/ nostalgiche emozioni”. Dalla finestra della mia casa c’è una collina. Vedevo le pecore al pascolo. Spesso facevo delle lunghe passeggiate. Mi piaceva immergermi nella natura. Ho nostalgia per il mare, il profumo del mare. Inconfondibile. Il Maestrale che soffia ha un odore particolare. Il cielo ha un altro azzurro. Come arrivo, c’è un viale, con l’odore dei pini, degli eucalipti. Il paese è rimasto quello, pochi abitanti, ci conosciamo tutti. Io però quando torno fatico a riconoscere le persone. Sono loro a corrermi incontro. Gente molto calorosa, accogliente. Se chiedi informazioni, ti metti a parlare e capita che ti invitino da loro a pranzo o per un bicchiere di mirto, spesso fatto in casa .
….e dei ravioli di mia mamma
Mi mancano i ravioli di mia mamma, buonissimi. Ripieni con ricotta di pecora, bietole cotte, spezie, uova, e pecorino sardo. Sugo semplice di pomodoro con basilico fresco, oppure sugo alla carne di pecora. Per le feste, i gnocchetti sardi. Con il movimento del pollice verso l’esterno, un mezzo giro e ti esce il gnocchetto, ma non è facile. Non ci sono mai riuscita, a me piaceva mangiarli. Aiutavo mia mamma a stendere la pasta. In salotto su un tavolo in legno appoggiavamo i ravioli ad asciugare. Con i rimasugli della pasta ci faceva le tagliatelle. Tutto ha un sapore diverso quando torno a casa.
Il mio sogno
Mi piacerebbe pubblicare le mie poesie. La quotidianità mi assorbe troppo, c’è poco spazio per la scrittura. Perché non è che scrivi e basta, la ricerca delle parole richiede tempo. Trovo parole e poi mi dico, ma le ho scritte io? Basta una parola per cambiare tutto. Cogliere il significato profondo delle parole non è facile. Le scrivo, le tengo lì, ci ritorno, le cancello, le riscrivo, finché ho trovato quella che mi convince. Parlando della mia disabilità ho scritto: “Se non fossi io ancorata traballante/ sulle gambe/ volteggerei come foglia al vento/ ti raggiungerei in un sol momento/ Se non fossi io/ non indugerei/ di tulle mi vestirei/ su punte e tacchi danzerei ”.
vedi link: Il Giornale di Chiari