“Ricordi del fiume”, il libro della rudianese Marzia Possoni, per far conoscere ai più piccoli, ma non solo, il territorio naturalistico bresciano del Parco dell’Oglio.
Come è nata l’idea di scrivere un libro sul parco
dell’Oglio ?
Volevo raccontare in forma di fiaba, in modo semplice e piacevole, gli alberi che popolano il territorio attraversato dal fiume Oglio. Il libro è interattivo. Stimola nei bambini l’ osservazione. Imparano la tecnica del frottage e si divertono nel creare un piccolo erbario, una collezione di piante essiccate, proprio analizzando i tipi di foglia dei diversi alberi.

Le metafore del racconto sono molto efficaci e solleticano la conoscenza
Sì, il fiume Oglio è come un serpente lungo e tortuoso. Nel suo viaggio per raggiungere il padre Po incontra i suoi amici affluenti passando dal lago d’Iseo e poi lungo la Pianura Padana. La quercia Pina, alta quasi cento metri, la nonna centenaria più vecchia della zona, racconta la propria infanzia nel bosco, dove è nata. La popolazione del bosco è davvero fitta. Troviamo Elia, il carpino bianco, alto, dalla corteccia molto elegante e dai rami disordinati. Osvaldo, l’olmo dalla folta chioma. Lino, il ciliegio giovane e solitario, bellissimo quando è in fiore.

Sono alberi personaggio che riflettono situazioni del mondo umanizzato
Nel racconto parlo delle insidie delle malattie che colpiscono gli alberi. Di Petra, la profumata robinia molto amata dalle api, trasferitasi nel nostro territorio anni fa dall’ America. C’è anche la coppia Silvia e Martino, pioppi dai generosi semi piumosi che sembrano cotone. Poi si fa conoscenza con Giulio, nato dall’unione di due specie diverse, un platano occidentale e uno orientale.
E la tua passione per la natura?
Sono nata sulle rive del fiume Oglio. Mi è sempre piaciuto stare in campagna, camminare all’aria aperta con mio papà Lorenzo. Mi accompagnava nei boschi e giocavamo con sassi, legnetti. Li portavo a casa per costruire animaletti. Con i gusci delle noci facevo piccole barchette. Papà mi ha insegnato ad ascoltare il canto degli uccelli.
Da nonna Giulia ho imparato ad apprezzare la bellezza. Mi ha trasmesso la sua passione per i fiori. Amava le rose rosse a cespuglio. In giardino, coltivava tulipani. La aiutavo a trapiantare i bulbi. Nell’orto, crescevano alberi da frutto, il melo, il ciliegio. Insieme raccoglievamo i fiori del prato, margheritine, gli occhi della Madonna, le viole. I rametti di fiori di pesco li mettevo in un vaso.



Poi gli incontri decisivi con esperti botanici
Mi sono laureata in Scienze naturali all’ Università degli studi di Milano. Botanica, geologia, zoologia le mie discipline preferite. Sono stata affiancata da un botanico del Museo di Scienze naturali di Brescia. Oggi sono socia del Centro studi naturalistici e partecipo alle loro serate . Il botanico di Orzinuovi, Eugenio Zanotti, mi ha aiutato a catalogare le piante del fiume Oglio. Della quercia e del carpino, piante originarie del territorio, ora è rimasto solo un boschetto relitto chiamato Cascina Campagna, nella zona di Torre Pallavicina.

Com’è stato il passaggio dalla fotografia al disegno?
Ho iniziato a fotografare soggetti naturalistici. Dopo un corso a graphite all’Orto botanico “Lorenzo Rota” di Bergamo, mi sono appassionata al disegno di insetti. Nelle mie mostre espositive affianco fotografie e disegni. Riproduco il cervo volante, la cavalletta, l’ ape, la libellula. Oppure disegno fiori, girasoli, papaveri, margherite. Prendo spunto da vecchie illustrazioni, ma attingo anche dal vivo. Il tratto a matita poi lo ripasso con pennarello a inchiostro.

Il rapporto arte e natura, come lo intendi ?
C’è uno stretto legame tra arte e natura. Lo si può cogliere dalla perfezione della natura stessa.
Interpreto la realtà, mi piace ricreare l’aspetto reale della natura. La natura è essa stessa una buona produttrice d’arte. Un naturalista deve essere capace di osservare. La natura offre spunti artistici. Si tratta di scoprire cosa nasconda. Osservi un albero e scopri con l’immaginazione cosa si può cogliere. E i bambini, in questo, riescono davvero ad esprimere la loro creatività.


Stai elaborando qualche altro progetto?
Mi piacerebbe imparare a colorare i miei disegni ad acquarello. Spero di continuare a creare, trovare nuovi accostamenti come tra natura e letteratura, che non ho mai affrontato.
E scrivere un altro libretto di contenuto zoologico. Far conoscere il nostro territorio attraverso gli animali che lo popolano. Raccontare di uccelli, aironi, vari tipi di insetti come il cervo volante, senza tralasciare scoiattoli e volpi. Lasciarsi affascinare dalla socialità delle api operaie e dell’ape regina, e dalla loro danza. Con la danza dell’ otto, le api suggeriscono, alle altre operaie, il viaggio da intraprendere per le visite al fiore .

(“Ricordi del fiume” si può acquistare all’ Ostello Molino di Basso a Torre Pallavicina. Costo euro 4,00)