Raffaele La Capria, Beppe Agosti, Archinto, 2014
Storia di un’amicizia tra uno scrittore e un lettore. Lettere 1995-2001
Davvero insolita questa amicizia nata da parole in busta, tra un mittente sconosciuto e un destinatario appartenente al genere “persone note”. Raffaele La Capria consente a Beppe, lettore tardivo, di rompere la sudditanza da “debolezza provinciale”. Lo attrae proprio lo sguardo sul mondo del bergamasco con velleità di scrittore, nella vita modello vivente e stampatore di acqueforti, quando capita, camionista . R.L.C apre le porte del suo mondo fatto di scrittura, viaggi, appuntamenti e premi letterari, inafferrabile e misterioso. Beppe inizia a conoscere l’affermato romanziere e saggista attraverso i libri da lui amati e citati in “False partenze”. Il carteggio dalla scrittura colloquiale, intima e quindi autentica – solo dopo si deciderà di darlo alla stampa- permette anche ai lettori curiosi di aggirarsi tra le frequentazioni dello scrittore e nell’intimità della bella casa nella campagna di Capri, popolata di gatti portati da Roma e da quelli capresi, dove si possono scambiare quattro chiacchiere con il custode, l’inseparabile cane Guappo.

Complice la prima visita nell’isola delle Grotte da parte dell’aspirante scrittore insieme alla compagna. Merito di Marilena se l’amicizia a distanza si è potuta alimentare. Con la sua grazia ingenua e il tipo di bellezza lombarda, ha offerto un filo sottile per tessere un legame tra il nord popolato da Celti operosi e un caldo sud più disponibile e aperto. Dirà R.L.C in una lettera dell’agosto del ’95 : “ Mi ero aspettato una brava ragazza del Nord, con le sue idee ben allineate nella testa… e mi sono trovato invece davanti ad una piccola dea, inconsapevole di esserlo”. Un inno alla grazia di Marilena quello che celebrerà La Capria nello scambio di lettere, misto a malinconia per la percezione del riverbero che la bellezza porta con sé : “una bellezza che non ha bisogno della pesantezza dei pensieri della cultura” e che suscita desideri di “liaisons dangereuses”.
La consapevolezza bussa a settanta e passa anni, quando tutto dentro pulsa come prima: “ ma gli altri vedono solo la tua faccia invecchiata, le tue rughe, la tua bruttezza dovuta all’età”. Così lo scrittore ragazzo-vecchio mentre guarda il dipanarsi di un’insolita amicizia a tre, si deve arrendere e lasciare posto ad un’esaltazione spirituale. E Marilena, con “ la carezza dorata dei suoi capelli ben tirati ai lati del capo, e lo stacco delicato dell’orecchio” diventerà l’emblema di quanto gli è precluso e insieme un delicato nutrimento.
Nelle lettere s’intrecciano le ostinate aspirazioni del “futuro scrittore” dalle “grandi cadute di stile”, come ebbero a dire gli editori che sfogliarono quei cento fogli dattiloscritti che anelavano trovare una stampa. Ma intanto qualcosa stride tra l’apparente calma del “camionista-scrittore on the road” che vorrebbe guadagnarsi la vita scrivendo e Marilena – assaltatore in tuta mimetica- come Beppe la definirà in un’altra lettera. Lei, operosa e infaticabile , nelle poche lettere e sempre in coda a quelle di Beppe-sognatore-naufrago autodidatta, scriverà: “combatto ogni giorno e vinco da bravo guerriero quale sono”. La Capria dovrà ammettere in una lettera del febbraio ’97: “La bella M. ha capito come va la vita più di te, caro Beppe, che sei rimasto un sognatore”.
Un’amicizia sincera che voleva resistere in modo ostinato, poi via via affievolitasi forse proprio mentre si assottigliava il legame tra Beppe e Marilena. Amicizia generosa suggellata anche dal bel dono dello scrittore giovane-vecchio al suo lettore-futuro-scrittore: la pubblicazione di questa insolita amicizia a tre, conciliazione possibile di mondi lontani. Che dire? La tacca rossa dell’asticella ora è stata alzata. Adesso tocca all’atleta un po’ vacillante intraprendere il faticoso allenamento per forgiare un salto degno dell’altezza.
Claudia Piccinelli