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cartolina pasquale 1918

Cartoline, lettere pasquali e natalizie nelle collezioni private di Pietro Mastrantoni

Gli auguri di Buona Pasqua giungono dalla collezione privata di Pietro Mastrantoni. Una raccolta di oltre trecento esemplari di lettere e cartoline augurali pasquali e natalizie che coprono un arco temporale dalla fine dell’ Ottocento agli anni Settanta del Novecento .

Cartolina pasquale, 1918

Pietro Mastrantoni appassionato instancabile collezionista

“Ho iniziato la mia raccolta circa trent’anni fa- riferisce Pietro Mastrantoni di Sezze, ma originario di Arnara- . Tra le mani mi capitò una lettera augurale dei primi anni del Novecento. Mi colpì la carta finemente decorata, la scrittura corsiva con pennino e inchiostro.

Cartolina augurale, 1898

La passione ha preso il sopravvento e ora la mia collezione conta più di trecento esemplari italiani, ma anche stranieri. Il valore documentale è significativo perché esprime la moda delle cartoline e  delle carte da lettera, le usanze, i valori sui quali si basava l’educazione familiare e religiosa, le condizioni socio-economiche delle famiglie. Si tratta per la maggior parte di figli di benestanti con la possibilità di spendere qualche soldo per comprare letterine con carte ricercate, rilievi in filigrana, pizzi dorati. Chi non poteva, se le disegnava da solo. Così ha riferito un ottantenne venuto a vedere la mostra a Arnara: – Mi sono commosso perché ho visto lettere come quelle che il mio compagno di banco scriveva, così preziose tanto da non potermele permettere-.
Sono fonti originali figlie del loro tempo. La stessa scrittura corsiva a mano con pennino e inchiostro  ha valore di documento, se si pensa come sia raro oggi, nell’era del digitale,  vedere scrivere a mano e soprattutto utilizzare la scrittura corsiva”.

Cartolina con lepre pasquale E.S.D. n.serie 8089, 1901
Cartolina pasquale con colomba n. serie 7215/2 , 1916
Cartolina immagine sacra, 1908

Al marito, forse lontano, “tua mogliettina Annicella”
Motivi eleganti dorati contornano una carta da lettera a righe, con al centro un motivo floreale. Riporta la firma “tua mogliettina Annicella”. In occasione della Pasqua scrive al marito, forse emigrato, augurando “ che in una prossima festa possiamo avere formato la nostra casetta e la nostra famiglia”. Continua, come si rivolgesse a un padre : “ Che cosa posso prometterti quando faccio sempre la cattiva?” E conclude: “ Nell’interno del mio cuore cova sempre la tristezza, la disperazione per la vita che oggi si mena così priva di luce e di speranza”.

                                                

Lettera pasquale di Annicella, 1951

Cartolina con firma dell’autore

Promesse ai genitori
La piccola Maria sceglie una lettera augurale pasquale, dalla cornice con ricami in rilievo e una rosa rossa applicata. La scrittura corsiva elegante e inclinata occupa la parte centrale del foglio. Nell’occasione si impegna con una promessa ai genitori: “procurerò di essere buona ed onesta come siete voi”.

                    

Letterina pasquale di Maria, Cerignola, 1901

Lettere augurali per la ricorrenza religiosa del Natale
Spiega Mastrantoni: “ L’usanza delle letterine augurali era molto sentita da bambine e bambini nelle ricorrenze religiose, in particolare  del Natale. Suggerite, dettate  in parte a scuola in occasione delle festività, oppure durante le ore del catechismo in preparazione dei sacramenti, la maggior parte è dedicata ai genitori. La dedica era solo per la madre o solo per la nonna, se i bambini erano orfani oppure se il padre era al fronte a combattere”.

                                                           

Letterina in filigrana, Giulietta 1899

Letterina in filigrana e bella grafia nella letterina di Giulietta del 1899
 Buoni propositi e  riconoscenza sono i motivi ricorrenti nella preziosa  letterina di Giulietta datata 1899. Si scusa con i genitori perché forse, nonostante l’impegno, teme traspaia una sua insicurezza per non sentirsi adeguata alle loro aspettative. Traccia le righe a matita per essere certa di una scrittura ordinata e precisa: “ Ve la darò come è per darvi una prova della mia gratitudine per quanto fate per me”.

                                            

Durante la guerra, un brindisi anche ai soldati e alla vittoria

Tra le letterine del periodo bellico per i genitori, il “figliolo Giannetto”  rappresenta sul frontespizio con un disegno a matita una croce stilizzata che esprime, nella scarna essenzialità, le difficoltà del vivere: “Prometto di essere buono e di studiare, per essere la vostra consolazione specialmente adesso in questi difficili tempi di guerra”. Termina frettoloso con una nota di esaltazione: “ Ed ora cominciamo il nostro pranzo Natalizio e brindiamo insieme alla salute nostra, dei nostri soldati ed alla vittoria delle armi Italiane”.

Lettera di Giannetto, periodo bellico

In un disegno la magìa del Natale
Si firma Maria Vittoria la bambina che confessa la difficoltà nell’assecondare i genitori. Su un foglio doppio a righe di prima o seconda elementare modella una scrittura pulita e uniforme. Il semplice disegno raffigura un soleggiato paesaggio invernale dopo una nevicata. Restituisce la magìa del Natale in un’atmosfera di calma e serenità: “Pregherò il Bambino Gesù perché mi faccia perdere tutti i miei difetti che vi danno tanto dispiacere! Perdonate tutto, comincio proprio ad essere una bimba giudiziosa e di buon esempio”. Si congeda invocando, lei figlia-bambina, la benedizione per i genitori: “ Gesù Bambino vi benedica sempre e vi conservi sani e forti per tanti, tanti anni”.

                                        

Letterina di Maria Vittoria, 1931

Vent’anni dopo
Anche Gabriella su foglio doppio a righe traccia un disegno a matita, forse adattando all’ultimo minuto un modello stilizzato. Per dare un tocco natalizio, anziché illuminare la capanna di un presepe, disegna una stella cometa sopra le campane in festa immerse in nuvole di colore che sembrano anticipare la primavera. Quindi  scrive: “ Sì dilettissimi, presso la culla del Divin Bambino vi prometto di diventare più obbediente, più studiosa.” La tradizione dei buoni propositi continua.

Letterina di Gabriella, 1951

 Paolo forse si trova in collegio . E’ il primo Natale senza guerra. Dopo le consuete belle promesse, con qualche svista, ma con una grafia più personale, scrive ai genitori : “ Prego Gesù Bambino  di benedire la nostra famiglia” e di  accettare “ i miei auguri unitamente a quelli della Rev.da Superiora e della mia Sig. Maestra.

Letterina di Paolo, 1945

In nessuna lettera si esprimono richieste materiali
 “ Quindi letterine  non per chiedere e ricevere doni -considera Pietro Mastrantoni- . Era tradizione mettere la letterina sotto il piatto del papà il giorno del pranzo di Natale, a sua insaputa. Spostando il piatto, con sorpresa avrebbe trovato la letterina da leggere a tutti i presenti. Per  bambine e bambini, la gioia risiedeva nel vivere l’attesa della festa, la nascita del Bambinello. E a mezzanotte nel presepe si adagiava Gesù Bambino nella mangiatoia.  

Babbo Natale è figlio del consumismo
Babbo Natale con la lunga barba bianca e il carro trainato da renne che porta regali ai bambini buoni comincia a farsi sentire più tardi, nell’era del benessere economico, espressione del consumismo e del venir meno di alcuni principi e valori”.                    

                                        

Letterina di Daniele, 1970

Daniele si è impegnato a rendere il frontespizio sfavillante di colori e  brillantini, forse per rendere più accattivante e degna di considerazione la sua letterina: “ Caro Babbo Natale sono Daniele, sono un bambino di 7 anni. Ti scrivo per chiederti se mi puoi regalare la fionda e un bigliardino, nel giorno di Natale. Per il mondo, vorrei che portassi tanta serenità, per i miei genitori vorrei che regalassi tanta felicità e salute così mi possono comprare tutto quello che voglio.
P.S. Il tuo Daniele.

Altre lettere e cartoline nell’interminabile collezione
Da menzionare una lettera davvero unica, quella di Suor Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo

                                                      Quando Tu dormi, oh quanto
Dolce e gentil hai il viso!
Col mio più dolce canto
Ti vo’ cullar, Bambin di Paradiso!

Suor Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo, Dicembre 1896

Inoltre, migliaia di esemplari di immaginette sacre fanno parte di un’altra collezione davvero molto ricca quanto rara.

Sant’Antonio Abate, fine Ottocento
San Sebastiano, fine Ottocento
San Rocco, inizi Novecento
Sant’Antonio di Padova, 1950

Che dire! Nel pozzo senza fondo di Pietro Mastrantoni c’è veramente ancora tanto altro da scoprire.