Mamma Rita, un viso simpatico rischiarato da una frangetta sbarazzina, riceve gli ospiti nella casa di campagna. Il sorriso festoso, gli occhi luminosi riflettono la sua passione. Le mani svelte, sempre indaffarate, impastano farine per la sfoglia o dolcezze sopraffine. Sminuzzano ortaggi, decorano piatti di antipasto e torte sontuose. Teglie che entrano ed escono dal forno deliziano i palati di chi ha l’onore di sedersi alla tavola imbandita dalla comoda forma quadrata , sempre apparecchiata con ricercata semplicità. Nella saletta pervasa da profumo di aromi, da calore e accoglienza, seduti all’ampia tavola conviviale anche gli animi più sopiti sembrano rinascere.

La casa in campagna Villa Alessandro, località Pietrafalla
In giardino le ninfee galleggiano in una vecchia bagnarola zincata. Tutto intorno a Villa Alessandro, la loro casa di campagna, scorrazzano festosi otto gatti, tre li hanno accolti, ognuno ha il proprio nome. E un cane trovatello, ora anche lui parte della famiglia, ha appena finito di sonnecchiare all’ombra.
La mia passione è nata fin da bambina.
Avevo dieci anni. La mamma andava a lavorare e mi lasciava le sorelle. Alla più piccola dovevo fare io da mamma, tant’è che Delfina mi chiamava mamma. Le preparavo le pappette, la cambiavo. Fernanda purtroppo ci ha lasciato a ventotto anni.
Invece Domenico ora sta in Abruzzo.

Domenico, la sorella Delfina, la piccola Valentina, Rita e la sorella Fernanda

Rita e il fratello Domenico
A dodici anni mi dedicavo in tutto alla cucina. Preparavo io il pranzo per tutti. La mamma andava a fare le pulizie dalle signore a Colleferro, le mogli dei dottori. Lavava i panni in casa. Io preparavo la pasta, lo spezzatino o un sughetto finto con il pomodoro e basilico.

Alessandro e Rachele
A quindici anni ho conosciuto mio marito. A venti mi sono sposata

Andavo da mia suocera. Ho imparato da lei a fare le fettuccine. Faceva scrocchiare la sfoglia con il matterello. Mia suocera ha fatto la sfoglia fino a ottant’anni, le fettuccine tagliate tutte a mano.

Mi è sempre piaciuto ascoltare le ricette delle amiche
Se vedevo un’amica che preparava i dolci, mi incuriosivo, guardavo e chiedevo, ma poi combinavo gli ingredienti in modo diverso. Nel ciambellone mettevo la spremuta e la scorza dell’arancia grattugiata, anziché il succo di limone. Aggiungevo le mandorle. Sperimentavo. Ora preparo le ciambelline al vino, con vino, olio, zucchero e le nocciole tritate. E’ una mia specialità. Una volta a settimana impasto il pane , tre pagnotte per la settimana. Lo cuocio nel forno a legna e subito dopo inforno le ciambelline al vino o le crostate con la marmellata, come ho fatto ieri. Preparo verdure sott’olio come carciofini, melanzana americana, quella con le spine sulla scorza, i pioppini, funghi raccolti da noi sotto i pioppi, nel boschetto vicino a Paliano. Cipolle gratinate, zucchine, peperoni e melanzane del nostro orto.

Mio marito Leo cura l’orto, coltiva le patate, la vigna e fa il vino.

Le oche livornesi, le oche padovane e le galline ci fanno le uova, pure quelle di cioccolato sono quelle con il guscio più scuro.

Ho sempre invitato a pranzo molta gente. Ora per amiche e amici più stretti preparo spaghetti alla chitarra e fettuccine fatti da me, con ragù e con funghi e piselli. I primi piatti sono la mia specialità. La mia soddisfazione, quando mi chiedono : – Ci puoi rifare gli gnocchetti a coda de soreca? – vuol dire che sono piaciuti.

Ho contagiato la mia passione per la cucina a mio figlio Alessandro
Doveva andare a scuola a Fiuggi. Io non volevo, preferivo seguisse il lavoro del padre. Mi diceva:- Oggi il professore mi ha insegnato a preparare questo piatto, proviamo a farlo anche noi. Ora mio figlio oltre al suo lavoro insegna anche in una scuola di enogastronomia. La passione gli è venuta dopo il terzo anno. Dopo il primo anno, è partito a fare la stagione a Cesenatico. Poi nel tempo ha fatto lo chef in varie località, in città, a Roma all’ Hotel Excelsior in via Veneto, all’ Hotel The St. Regis in zona Piazza della Repubblica, a California Catering ai Parioli, in montagna, al Frejus, al mare, in Costa Azzurra. Quando ha tempo, lavora anche lui in campagna.

Per sei anni mio marito è partito da Colleferro per la Guyana francese. Lavorava nella base spaziale della Francia. Lo raggiungevamo in estate.
Un’amica del Suriname , Shamen, mi ha insegnato la ricetta di una torta di mele
Quando la preparo, tutti impazziscono. E’ una torta tanto semplice, ma speciale. La chiamo torta Shamen.

Sciolgo prima il burro morbido con lo zucchero. Poi aggiungo i rossi d’uovo. Ci andava il latte, invece ci metto la panna o lo yogurt, aggiungo la farina e la scorza grattugiata di un limone. A parte, le chiare battute a neve e mescolate all’impasto. Le mele le taglia mio marito, belle sottili. Lui ci sa fare. E’ calmo, faceva il carrozziere negli anni’80, un mestiere preciso, delicato.

Se non abbiamo niente da fare ce lo inventiamo.
Veniamo in campagna al mattino, per curare gli animali. Ci si dedica all’orto. Adesso è tempo di pomodori, peperoni, zucchine, melanzane. In inverno, i cappucci, i broccoletti. Ogni frutto la sua stagione. A giugno è successo un guaio alla vigna e ai pomodori, per la grandine e la troppa pioggia hanno preso una malattia, non hanno più frutto, la vigna tutta secca. Una stagionaccia, tanto lavoro e poi, niente. Ogni anno facciamo il vino, ma per quest’anno dobbiamo tenere quello che abbiamo.

In agosto è il tempo della salsa di pomodori. Lavo i pomodori, levo l’acqua e li passiamo.


La imbottigliamo a crudo, come da tradizione. Ci aggiungo il basilico e si mette il tappo. Per conservarla si mettono sul fuoco a bollire in un fusto grande . Così dura tutto l’anno.
In ogni stagione c’è il suo da fare, per le marmellate di albicocche, lamponi, fragole, ribes. Mi sono cresciute fragole grosse. Una l’ho messa sulla bilancia, pesava mezzo etto. Leo zappa la terra e in primavera vengon pronte le fave, i carciofini a maggio, in estate i fagiolini. Mi piace preparare le colombine di pane come segnaposto per il giorno di Pasqua. Zeppole e cannoli, la torta di mele con la ricetta dell’amica le preparo sempre. Durante la chiusura per il covid, non si poteva festeggiare. Allora mi sono preparata una bella torta e me la sono mangiata da sola.

Entro il 24 giugno bisogna raccogliere le noci ancora acerbe altrimenti diventano dure. Ti fanno le mani nere. Poi facciamo il Nocino, da offrire come digestivo Anche con il cedro di Calabria facciamo il liquore. Con la polpa del cedro preparo la marmellata, rimane un po’ aspretta. Si abbina bene con i formaggi.
Per me cucinare nonostante sia impegnativo è un modo per rilassarmi. Stare in cucina è un piacere. La cucina è il mio mondo.