Al momento stai visualizzando Eppure non ti avevo invitato, Maurizia Catozzi

Eppure non ti avevo invitato, Maurizia Catozzi

Parkinson/
Non compassione, ma aiuto per l’autonomia(possibile)

la malattia aiuta ad ascoltare
i rumori della vita


Eppure non ti avevo invitato (di Maurizia Catozzi, qp Edizioni, 2015, pp.104, € 12,90) vuole essere testimonianza di un’esperienza in cui il limite della malattia diventa opportunità, rivelazione di doti profonde inaspettate, occasione per frugare nel proprio vissuto e scovare pieghe umettate da un balsamo lenitivo dalla grande forza resiliente. Maurizia Catozzi, classe 1954, conosce prima dei sessant’anni il morbo di Parkinson. Da lei definito con ironia e distacco Mr. P, l’ospite indesiderato, invadente e subdolo si impone come invitato e suo compagno di viaggio occupandosi delle più piccole azioni quotidiane, per ostacolarle.

Conoscere l’approfittatore sconosciuto è la prima mossa per avversarne l’operato. Così, come in una partita a scacchi giocata in difesa, da dilettante, Maurizia può studiare con precisione ogni contromossa. Allo sconforto per non riuscire allacciarsi un bottone della camicia o la stringa delle scarpe, impugnare una penna, un pennello, parlare, camminare, oppure all’umiliazione per la lotta quotidiana contro le barriere di un’architettura ancora troppo distratta – l’assenza di corrimano lungo le scalinate, salire su un autobus o un treno – reagisce con la forza della volontà e la perseveranza nello sforzo.


Risponde alla condanna di Mr. P circondandosi di complicità. La scrittura, per dare forza alle parole delle sue poesie, con il segno della penna impresso a fatica su fogli a righe alte e quadretti grandi. La pittura, per dipingere la bellezza e usare il pennello con mano ferma. Il canto, per esercitare la voce a non rimanere muta. Il ricamo, la soddisfazione nelle piccole cose lavorate all’uncinetto imparato da piccola sui gradini di casa, come esercizio per la motricità fine delle mani per non renderle rattrappite e inservibili.
La musica, e come compagno di ballo un manico di scopa, per mantenere il ritmo e una postura più aperta, spalle dritte, e passi lunghi come quelli dei cavalli della copertina del libro, da lei dipinti proprio per contrasto ai passetti corti imposti da Mr. P. Poi le lunghe passeggiate, con la dignità del bastone e quella fierezza di chi combatte ogni giorno: “raddrizzar la schiena aprendo il petto e a testa alta camminare togliendo a lui un po’ di quel tuo spazio che si era preso”.
Con la malattia, il tempo subisce accelerazioni, il corpo invecchia prima. Il tempo è anche dilatato, serve più tempo per le solite azioni in apparenza prive di significato. Il rapporto con il tempo cambia: i ritmi vanno adeguati alle proprie necessità. Ma il tempo della memoria non rimane compromesso: attingere ai ricordi e la consapevolezza del proprio vissuto diventano energia per affrontare le insicurezze del presente.
Il tempo dedicato agli altri, inoltre, rappresenta un’altra reazione al potere della malattia: la lettura ai bambini di racconti e filastrocche, oppure disegnare personaggi dei cartoni animati da far colorare ai bambini autistici. Organizzare incontri, convegni per conoscere i risultati della ricerca di un morbo, ancora poco conosciuto. Così, per chi vuole accoglierla, la malattia apre le finestre, spalanca gli occhi sul mondo, favorisce un fine sguardo introspettivo e ribalta i ruoli. Parlando del figlio: “accompagnandomi al mercato, mi fa camminare dalla parte del muro, come facevo io con lui da piccolo”.
Il libro si rivolge non solo ai malati di Parkinson, ma anche ai loro familiari, perché siano una presenza discreta e invisibile. Chi è malato non ha bisogno di compassione, ma essere aiutato a diventare autonomo, per quanto gli sarà possibile. Cento pagine di gradevole lettura arricchite da poesie dell’autrice, per dare coraggio a chi deve affrontare momenti di precarietà e non sprofondare nel baratro della depressione in agguato, pronta a succhiare le energie vitali. Ma sempre impugnando l’arma dell’autoironia, senza prendersi troppo sul serio per sfidare, con più leggerezza, i pesanti affanni del vivere.

Claudia Piccinelli

L’associazione “Azione Parkinson Brescia” devolverà parte del ricavato dalle vendite del libro alla ricerca sulla malattia di Parkinson.

vedi link: Rassegna libertaria